Queste caratteristiche fanno dell’immigrato regolare un cittadino ideale. Il cui obiettivo di fondo è di migliorare il livello di cooperazione fra Stati, organi ed agenzie dell’Unione europea in materia di immigrazione ed asilo. (Art. 3, par. 2 e 8, RSCFM) – adottati al termine di procedure partecipate. Secondo i casi, la Commissione valuta gli indicatori individuati dalle norme, consulta gli Stati interessati e acquisisce informazioni dalle agenzie europee competenti. Quindi, in base alla caratura più tecnico-amministrativa o, viceversa, politica della valutazione, ne sottopone gli esiti al vaglio degli Stati membri (in seno al Forum per la solidarietà) oppure direttamente del Consiglio e del Parlamento europeo.
- Pur limitandoci a quel sottoinsieme di migranti, tuttavia, la proporzione dei ricollocati sul totale degli sbarcati salirebbe solo dal 2% al 13%.
- 54 cp, non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizioni di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato».
- Non emerge alcuna strategia governativa volta a dotare l’Italia di politiche per l’immigrazione adeguate ai tempi odierni.
- Ma l’assenza dell’Italia, il solo Paese che si affaccia sul Mediterraneo a non essere qui, non è passata inosservata.
- Sono 164 i Governi del mondo che lunedì 10 dicembre, a Marrakech, hanno approvato il Global compact per l’immigrazione, il documento promosso dalle Nazioni Unite che prevede la condivisione di alcune linee guida generali sulle politiche migratorie .
- Secondo i casi, la Commissione valuta gli indicatori individuati dalle norme, consulta gli Stati interessati e acquisisce informazioni dalle agenzie europee competenti.
- Tra questi, le persone immigrate rappresentano una fascia di popolazione particolarmente svantaggiata poiché non sempre hanno accesso ai servizi nei tempi e nei modi che sarebbero necessari.
C’è quindi un’attenzione della politica a questo tipo di osservazione e una richiesta di avere più dati, per andare oltre la semplice percezione di un fenomeno tanto complesso così da non prendere scelte di policy in termini irrazionali. Certo la politica deve preoccuparsi dell’inserimento del mondo del lavoro, ma forse anche di un vero inserimento di tipo sociale e di una diversa gestione della città. Una sfida che affonda le sue radici nella ricerca di nuove forme di convivialità. Anche per questo l’Osservatorio porterà avanti uno studio sulla sensibilità degli abitanti della Toscana, sulla loro percezione della migrazione come un problema. Per una valutazione, invece, tutto sommato positiva, almeno sotto questo punto di vista, del rilievo pratico della Comunicazione, v. Starita, Search and rescue operations under the New pact on asylum and migration, in SIDIBlog, 8 novembre 2020.
La raccomandazione viene da un policy brief, pubblicato a settembre 2021 e realizzato da alcuni ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità e di altre istituzioni scientifiche italiane (Università di Pisa, Università La Sapienza di Roma e SIMM, Società Italiana di Medicina delle Migrazioni) nell’ambito dellatask force sulle migrazioni del Think20, il “serbatoio di idee” del G20. Per approfondire consulta il documento completo “Vaccinations for migrants and refugees during and after COVID-19. September 2021”, lapresentazione sul sito dell’ISS e lapagina dedicata sul sito di Think20. Il solo fugace riferimento ai diritti dei soggetti trafficati si ritrova nell’art. Questa disposizione si limita, in realtà, a ribadire l’ovvia circostanza che le norme del Facilitators package non possono essere intese come deroghe in violazione di norme di diritto internazionale, che hanno valore vincolante per gli stati membri.
L’immagine della frontiera esterna dell’Unione che il Patto ci restituisce è quella di una realtà “solida”, il luogo fisico in cui si deve esprimere la massima capacità organizzativa dello Stato nel controllo efficace ed effettivo dell’immigrazione irregolare e nella gestione amministrativa delle richieste di protezione internazionale. ; le procedure di riconoscimento dei migranti e di screening sanitario alla frontiera; maggiore forza all’azione UE in materia di contrasto dell’immigrazione irregolare mediante l’irrobustimento delle regole sul controllo delle frontiere e la riforma della direttiva “procedure” che attenuano la distinzione di trattamento fra migranti e richiedenti asilo. A ciò deve aggiungersi la kafkiana complessità procedurale che deriva dalla sovrapposizione tra le norme sulla solidarietà e le norme di Dublino. Per effetto di questa combinazione, un richiedente asilo potrebbe essere trasferito una prima volta nello Stato membro di ricollocazione e, poi, sulla base della più completa valutazione dei criteri di Dublino ivi effettuata, essere trasferito una seconda volta nello Stato membro responsabile dell’esame della domanda di protezione.
Due recenti procedimenti giudiziari, avviati per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione https://carovanemigranti.org/sauvetage/ irregolare nei confronti di Ong impegnate nelle attività di soccorso in mare, hanno reso attuale la questione della possibile rilevanza penale di tali attività. La solidarietà verso i migranti irregolari può costituire un reato nel nostro ordinamento? Quali sono i limiti oltre i quali una condotta mossa da esclusive finalità solidaristiche può essere configurata come penalmente illecita? Finché mancano corridoi umanitari per i profughi e percorsi ordinari per eventuali migranti occorre valorizzare quel che possono fare navi pubbliche e private per evitare morti e dispersi in mare, garantire porti aperti e centri di accoglienza efficienti (solidaristicamente in tutt’Italia) per gestire espatri legali e relativi flussi. L’accordo per una redistribuzione a livello europeo va chiesto non solo per i potenziali Refugees, bensì per ogni sbarcato o salvato dal mare, per un immigrato che rispetti le leggi nazionali e le norme comunitarie, che accetti lingua e culture che trova, che mostri desiderio di occupazione con i diritti di ogni altro lavoratore e lavoratrice. Servono canali d’ingresso legale in Europa, servono innanzitutto all’economia e alla demografia europee.
È vero che i nuovi arrivi non ci stanno rubando il lavoro – perché i lavori che accettano spesso hanno condizioni che altri non prenderebbero mai in considerazione. Ma dimostrare che i neoarrivati in Italia non si trovano in concorrenza lavorativa con i cittadini residenti, non vuol dire certo risolvere ogni fonte di conflitto. C’è forse un secondo tipo di conflitto che nasce dalla condivisione di uno spazio, anche fisico. Penso alle periferie, che non a caso sono tornate ad essere un tema rilevante. Il sospetto è che il nostro sistema produttivo, che tanto avrebbe da fare seguendo la prima via, stia lentamente tornando a puntare sulla competizione fondata su prezzi bassi.
- Così facendo, ha per il momento rinunciando a vincolarsi all’Unione nel processo di formazione del Patto globale sulle migrazioni.
- Uno dei due relatori dell’Aula,Tomas Tobé, ha presentato gli emendamenti al Regolamento proposto lo scorso anno dalla Commissione sul tema, con i quali punta a “sbloccare lo stallo politico” intorno a uno dei dossier più controversi per l’Ue.
- Di fatto sancendo l’avvio di una fase negoziale per arrivare ad un accordo.
- Per assicurare che un efficace governo europeo dell’immigrazione e dell’asilo, gli oggetti principali su cui si concentra l’intervento dell’Unione sono, pertanto, le frontiere esterne e le procedure amministrative che in quell’area dello spazio giuridico europeo devono essere svolte mediante regole comuni, anzi, direi meglio, armonizzate, volte ad accelerare le decisioni sullo status giuridico del migrante.
- La salute e la vita ai tempi del COVID-19 sono i temi di due poster multilingua realizzati nell’ambito del progetto G-START a supporto delle attività di informazione, educazione e comunicazione .
- Sembra che i nostri servizi di intelligence abbiano segnalato al Governo in carica che attualmente in Libia vi sarebbero almeno 900 mila migranti, immigrati da altri paesi africani.
Sulla Oxford Research Encyclopedia of Global Public Health è stato pubblicato un compendio, curato dall’Istituto Superiore di Sanità insieme a esperti internazionali, sulla relazione fra migranti e malattie infettive con l’obiettivo di proteggere sia la salute dell’individuo migrante che quella della comunità ospitante. Nonostante del fenomeno migratorio l’aspetto che fa più notizia sia il flusso dal Sud verso il Nord del mondo, questa voce nel 2015 corrispondeva soltanto al 35% del totale. Inoltre, contrariamente all’idea comune, i migranti non rappresentano di per sé un rischio rilevante per la salute pubblica della popolazione ospitante. Viceversa ciò che preoccupa gli esperti è la maggiore esposizione dei migranti stessi a malattie alle quali non sono immuni. Per approfondire consulta il compendio “Infectious Diseases Among Migrant Populations” pubblicato il 25 marzo 2021 sullaOxford Research Encyclopedia of Global Public Health e lanews pubblicata sul sito ISS.